lunedì 7 dicembre 2009

io ha fame

Ma io penso che uno psicologo - o uno psichiatra, a scelta - che viene in giappone, rimarrebbe molto turbato dal modo di parlare delle ragazze giapponesi (poi più sono stupide più lo fanno...).

Notavo oggi in particolare questo modo che hanno le ragazze giapponesi per riferirsi a loro stesse quando parlano con qualcuno: usano più o meno la terza persona.

In che senso?

In pratica queste non dicono "voglio un gelato", come ogni essere normale dotato di parola e intelletto.. loro dicono (nome fittizio, facendo conto il nome della ragazza/bambina in questione sia questo): "Shuko vuole un gelato."

Verrebbe da chiedere: "e chi è questa Shuko, scusa?"

Che in effetti se uno non sa il nome dell'altra persona penso possa accadere, no?





Io mi domando e dico: sdoppiamento della personalità? Finzione portata al massimo livello tanto da creare uno sfasamento abissale fra identità e maschera portata col prossimo?

Mi devo informare se esistono testi sull'argomento...