Sembrava quasi una maledizione, negli ultimi due anni. Se c'era quello in Italia ero appena arrivata in Giappone e se c'era quello in Giappone ero appena tornata in Italia.
Quest'anno poi è stato il massimo, ho rimandato la partenza di ben due settimane per rimanere a votare (che cosa inutile poi... ma la mia coscienza non mi avrebbe MAI perdonata), ma comunque non sono riuscita ad andarmene a vedere il GP di Spagna...
Ma per fortuna, qui in Nippolandia c'era Taner, con la sua compagna di guest-house: Rumi!!
Ringraziamo la piccola Rumi, che ho scoperto al nostro secondo incontro essere una patita di F1 e con cui ho subito deciso (verso aprile, quindi) di andare al GP.
Quindi più o meno dieci giorni prima della gara mi informo: "sono arrivati i mitici biglietti?"
"certo! ma non si riesce a trovare un buco per dormire! è tutto pieno!!" (ma Rumi, e quando me lo dici che sono arrivati? la sera prima per dirmi che devo venire la mattina a prendere il treno?)
Comunque, la mia risposta è subito stata: "no problem, per me possiamo pure fare le barbone per tre giorni. Sacco a pelo e via"
Rumi, un po' intimorita si è accodata, alla peggio si dorme alla stazione o giù di lì (tanto, voglio dire, siamo in giappone! i giapponesi mi intimoriscono quanto una mela cotta - che per la verità mi fa un po' schifo - sono talmente timidi e mingherlini...).
Quindi, venerdì 10 ottobre, dopo aver iniziato il giorno precedente il lavoro come cameriera e essere tornata a casa all'1, mi sono alzata alle 4.30, ho fatto il bagaglio, e mi sono incamminata verso la stazione. (il primo autobusa alle 6.48 peccato io avesso il treno alle 6.45....)

Cammina cammina, è tardi, quindi faccio una sorta di maratona fra la gente (perché ricordiamolo, in Giappone, alle 6 del mattino è PIENO DI GENTE che evidentemente non ha una vita, visto che a un orario simile - per esempio - LUCIDA LA MACCHINA).
Comunque, per qualche bonaria volontà divina, arrivo in tempo alla stazione di Tokyo dove mi incontro con Rumi all'ingresso degli shinkansen.
Questo GP mi è costato tutto lo stipendio ritirato il giorno prima, ma ne è valsa la pena.
Rumi, in treno, mi consegna il mio biglietto.

Penso che la mia gioia anche solo nel vederlo non si possa descrivere.
Certo che i grafici potevano fare un lavoro migliore, eh! Cavolo, siamo in Giappone!!! Mica pizza e fichi!
Comunque, gioia e tripudio!!!
Arriviamo a Mishima, la nostra base, e prendiamo il pullman gratuito per il circuito. Questo è stato l'unico momento in cui ci sono stati controllati i biglietti.

Comunque, ci cerchiamo un buon punto per vedere le prove libere. La giornata viene comunque consacrata all'esplorazione del circuito per trovare un posto perfetto.





Abbiamo girato parecchio e ci siamo viste tutto quello che c'era da vedere al circuito.



Poi ci siamo stabilite nel terzo posto della giornata.




E ora parliamo dello spettatore tipico giapponese.
Merita davvero un discorso a parte, non c'è che dire.
Il tipico spettatore-fan giapponese è un PRO.
Si porta TUTTO dietro, e non corre nessun rischio di bagnarsi/sporcarsi/stare scomodo/ avere fame/sete.
Hanno TUTTO.
Ho visto due che avevano montato una piccola tenda contro la pioggia, con il tacolino pieghevole, le sedie e la macchian fotografica sul cavalletto. Uno col microfono a professionista e il pc che registrava il suono delle macchine. Gente che s'è portata il vino rosso E I BICCHIERI DI VETRO DA VINO mettendoli nell'apposito reggibicchiere della sedia.
E poi ovviamente non commento gli obbiettivi delle macchine fotografiche.

Ciao, complimenti per il blog, è davvero ben fatto.
RispondiEliminaoh, grazie mille!
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