Mi sono riletta questo libro.
Mi era stato mandato dall'Italia come regalo di natale (che dire, non ti risparmi mai, Stregutta!) e lo avevo letto in un paio di giorni, lavoro permettendo.
Poi l'ho prestato.
Ora mi è ritornato e me lo sono riletto (idem, paio di giorni causa lavoro).
Libro bellissimo, straconsigliato.
Ma mi ha fatto salire una grande amarezza.
Di quelle con un retrogusto di delusione e disincantamento ormai definitivi e irrimediabili.
Perché?
Ma perché le protagoniste sognano un Giappone come lo sognavo io (insieme a buona parte dei miei compagni d'università, ne sono sicura).
Un mondo colmo di quell'estetica e quell'amore per l'arte, la natura e il dettaglio che tanto ci colpisce quando lo studiamo o ci capita di leggere qualcosa per caso.
Un luogo affascinante, in cui tutto è moderno ma è ancora profondamente radicato il passato. Che sta lì, custodito nei cuori dei suoi abitanti.
Ovviamente avevo sempre saputo che il Giappone era (ed ovviamente è) il tempio del consumismo più sfrenato e privo di senso.
Devo dire che per quanto possa sembrare sciocco, leggere fumetti mi aveva introdotto perfettamente in questa società. Quando sono venuta la prima volta mi sono addirittura stupita di QUANTO fosse tutto come nei fumetti che leggevo o nei cartoni con cui ero cresciuta. Essere perfettamente a casa propria in un paese straniero.
E invece il giapponese medio è di una vuotezza sconfinata. Ci si rimane di stucco a parlare con loro.
Ora, io lo so che non tutti gli italiani sono acculturati, e che molti non sanno nulla e non gli interessa sapere qualcosa. Lo sappiamo bene... Ma mi aspetto, per esempio da una persona che studia legge, che abbia un minimo di cultura.
Lasciamo stare la conoscenza di cose relative all'Occidente ("Mozart? Ma chi, l'amico di Beethoven?" sic.). Nemmeno noi siamo cime con l'Oriente e tutte le sue cose. Ma almeno conoscere un minimo la propria cultura!
Lasciamo stare che qua i mondiali sono stati un'occasione per scoprire la geografia e l'esistenza di alcuni stati ("Ma lo sapete cos'ho scoperto? Che Uruguay e Paraguay sono in Sud America!!!!" - "eeeeeeeeh!! Davveroo???!" - "Sì, sì! E sono anche vicini!" sic.)
Purtroppo ormai la cultura giapponese secondo me è un privilegio di pochi. Ricchi. Che sono fuori dal sistema e lo controllano, dando ai loro figli un'educazione che li spinge ad amare la scoperta di tutto.
Loro e ovviamente le caste legate alla tradizione.
E comunque secondo me i film di Ozu sono noiosi. (che li debba rivedere?)
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martedì 27 luglio 2010
lunedì 20 aprile 2009
vivere in giappone, vol. 4 - Riflessioni
Ieri me ne sono andata una una delle solite feste piene di francesi degli ultimi tempi.
Lì c'erano anche due giapponesi di quelle atipiche, vale a dire gente che ha vissuto all'estero e parla una lingua straniera.
È sempre un piacere conoscere queste persone, pensano in modo normale, non paranoico...
Non poteva ovviamente non venire fuori il discorso sui giapponesi e le loro relazioni interpersonali inesistenti.
Perché, effettivamente, è difficile diventare amico di un giapponese.
Sarà che noi abbiamo un modo di vivere la cosa tutto diverso, ma è davvero difficilissimo. Soprattutto se si parla di un'amicizia come la intendiamo noi. Non parlo delle amicizie quelle da anima gemella, ma di quelle normali, gente che frequenti perché + SIMPATICA, ti ci trovi bene, ti ci diverti e gli vuoi pure bene.
Forse noi siamo troppo sbrigativi?
Ma almeno per me, non importa da quanto tempo conosco una persona, quanto come mi ci trovo. Ci possiamo conoscere da 5 minuti e comportare già come vecchi amici.
E non credo sia lo stare lontano da tutti gli amici che si aveva prima, che porta a questo. Se con qualcuno mi ci trovo bene, ci entro in confidenza e basta. Non è normale?
Per loro no, evidentemente.
È amaro e deludente.
Eppure, si diceva ieri con le due giapponesi, sono sicura che loro ci invidiano a morte questo entrare facilmente in contatto con gli altri.
Loro vorrebbero, ma sono troppo inibiti e non ci riescono. È troppo per loro.
Che vite tristi che devono fare.....
E dopotutto, cerca cerca, un equivalente del concetto di "simpatia" - "simpatico", io in giapponese non l'ho ancora trovato.
Come si può entrare in confidenza con gente che non ha un modo per dire: "tu mi sei simpatico"??
Lì c'erano anche due giapponesi di quelle atipiche, vale a dire gente che ha vissuto all'estero e parla una lingua straniera.
È sempre un piacere conoscere queste persone, pensano in modo normale, non paranoico...
Non poteva ovviamente non venire fuori il discorso sui giapponesi e le loro relazioni interpersonali inesistenti.
Perché, effettivamente, è difficile diventare amico di un giapponese.
Sarà che noi abbiamo un modo di vivere la cosa tutto diverso, ma è davvero difficilissimo. Soprattutto se si parla di un'amicizia come la intendiamo noi. Non parlo delle amicizie quelle da anima gemella, ma di quelle normali, gente che frequenti perché + SIMPATICA, ti ci trovi bene, ti ci diverti e gli vuoi pure bene.
Forse noi siamo troppo sbrigativi?
Ma almeno per me, non importa da quanto tempo conosco una persona, quanto come mi ci trovo. Ci possiamo conoscere da 5 minuti e comportare già come vecchi amici.
E non credo sia lo stare lontano da tutti gli amici che si aveva prima, che porta a questo. Se con qualcuno mi ci trovo bene, ci entro in confidenza e basta. Non è normale?
Per loro no, evidentemente.
È amaro e deludente.
Eppure, si diceva ieri con le due giapponesi, sono sicura che loro ci invidiano a morte questo entrare facilmente in contatto con gli altri.
Loro vorrebbero, ma sono troppo inibiti e non ci riescono. È troppo per loro.
Che vite tristi che devono fare.....
E dopotutto, cerca cerca, un equivalente del concetto di "simpatia" - "simpatico", io in giapponese non l'ho ancora trovato.
Come si può entrare in confidenza con gente che non ha un modo per dire: "tu mi sei simpatico"??
mercoledì 4 febbraio 2009
Gita a Mito
Mito...
Sono andata a Mito il 19 gennaio, pur di sfruttare ancora una volta il biglietto a forfait della JR che scadeva il 20. Quello che ti fa prendere SOLO i treni normali e che quindi mi aveva portato a Osaka e Nara in sole 9 ore e mezza.
Quindi, dopo aver lavorato il 18 sera, me ne sono andata a casetta e mi sono messa a sfogliare la Lonely Planet.
Cercare un posto vicino ma non troppo, con possibilmente una cosa da vedere e soprattutto dove non sono mai andata prima. Il punto potendo tornare a Tokyo in tempo per andare a scuola.
La scelta quindi è caduta su Mito. 2 ore di viaggio, verso Nord (ultimamente sempre a Sud, andiamo....) e mai vista prima. Lì c'è uno dei tre giardini più importanti del Giappone, il Kairakuen.
Quindi:
alle 4.30 sono uscita di casa e mi sono incamminata verso la stazione (sì, senza dormire).
Ho preso i miei bei treni e ho fatto i miei bei cambi.
Gli ultimi treni erano affollati oltre ogni dire di salary-man e studenti, essendo io arrivata a Mito alle 7.40 del mattino.
Mi hanno fatto una grandissima impressione, a essere sincera.
Soprattutto a una stazione in cui stavano tutti salendo le scale per andare all'uscita o a un altro binario. Studenti, studentesse, salary-man o Office-Lady, erano tutti vestiti di nero, a testa bassa, che si muovevano con disperata rassegnazione ad un orario del mattino che dovrebbe vedere queste categorie di persone ancora nei loro letti caldi, a mio avviso.
Per la prima volta mi è sembrato di essere dentro Metropolis di Friz Lang, quando gli operai vengono mandati giù a lavorare come se fossero bestie...
lo stato d'animo e il modo di camminare erano davvero gli stessi, lo posso assicurare.
Comunque, Mito di per sé non ha molto. Il giardino, ecco.
Ma il giardino è fantastico!
Sono arrivata lì alle 8.30 del mattino, con molta calma dopo una colazione al mac, visto che era l'unica cosa aperta prima delle 9 e che avevo una forte necessità di caffè...
Eravamo io e il giardino. Basta.
Anzi, il giardino è arrivato cogliendomi alla sprovvista oserei dire.
Io me ne trotterellavo bel bella nelle stradine soleggiare indicatemi dall'autista dell'autobus che avevo preso alla stazione, quando giro un angolo e mi trovo immersa in un film di Tim Burton: alberi spogli, nebbia, silenzio, nessuna figura umana nel raggio di parecchio spazio.

MERAVIGLIOSO
Sono sicura che a un'altra ora non sarebbe mai stato così.
Quindi, tutta affascinata, ho passeggiato con calma fra i prugni che stavano per fiorire e già mostravano i primi fiori.

Ad un certo punto, mentre mi beavo di tutto ciò, la pace, la solitudine e ciò che avevo intorno, è spuntato un anziano signore su un motorino lentissimo che ha attraversato il viottolo perpendicolare al mio e è andato oltre.
sono rimasta troppo di stucco!
Comunque cammina cammina mi sono vista tutta la parte più immediata del parco che ho scoperto essere in cima a una collina da cui si poteva vedere da lontano il resto (troppo grande per visitarlo, il treno era alle 11).

Quindi, giretto e mi sono diretta verso la villa giapponese che si trova nel parco.
Avevano appena aperto e i bigliettai mi hanno guardato abbastanza stupiti... sono arrivata proprio per prima!
Preso il mio biglietto e le cartoline gentilmente offerte, sono entrata.
Degli operai stavano aggiustando il vialetto raspando nel modo più rumoroso possibile. Questo dolce suono mi ha ovviamente accompagnata per tutta la mia visita della villa, finendo appena io ne sono uscita...
Comunque, anche la villa, meravigliosa.

Calcolando sempre che ero da sola, avevo un sacco di tempo, tutte le spiegazioni erano anche in inglese, e me ne potevo girare per tutte le stanze, fermarmi a godere il paesaggio dal secondo piano ecc ecc.

Dopo la villa ho continuato a passeggiare nel parco andando al boschetto di bambù e poi tornandomene per la mia strada (sempre occhio all'orologio).

Quindi mi sono fermata nei posti che avevo visto dall'autobus e che avevo deciso di visitare tornando a piedi fino in stazione.
Un tempio di per sé insignificante ma con un'interessante entrata molto in stile indiano, un murales.


Ma, camminando verso il murales, ho visto QUESTO:
io non credevo che esistessero DAVVERO palazzi così!
Cioè, con questa forma sì, ci sono grattacieli che la ricordano molto, la questo era apparentemente di metallo!
È spuntato dal nulla, da dietro un palazzo, mentre io camminavo beatamente guardandomi attorno.
Ho sofferto terribilmente a non poterlo andare a vedere da vicino!
Ma ciò mi riporterà di sicuro a Mito, anche perché voglio vedere il giardino in fiore....
(ovviamente poi treno, scuola, lavoro.... -__-)
Sono andata a Mito il 19 gennaio, pur di sfruttare ancora una volta il biglietto a forfait della JR che scadeva il 20. Quello che ti fa prendere SOLO i treni normali e che quindi mi aveva portato a Osaka e Nara in sole 9 ore e mezza.
Quindi, dopo aver lavorato il 18 sera, me ne sono andata a casetta e mi sono messa a sfogliare la Lonely Planet.
Cercare un posto vicino ma non troppo, con possibilmente una cosa da vedere e soprattutto dove non sono mai andata prima. Il punto potendo tornare a Tokyo in tempo per andare a scuola.
La scelta quindi è caduta su Mito. 2 ore di viaggio, verso Nord (ultimamente sempre a Sud, andiamo....) e mai vista prima. Lì c'è uno dei tre giardini più importanti del Giappone, il Kairakuen.
Quindi:
alle 4.30 sono uscita di casa e mi sono incamminata verso la stazione (sì, senza dormire).
Ho preso i miei bei treni e ho fatto i miei bei cambi.
Gli ultimi treni erano affollati oltre ogni dire di salary-man e studenti, essendo io arrivata a Mito alle 7.40 del mattino.
Mi hanno fatto una grandissima impressione, a essere sincera.
Soprattutto a una stazione in cui stavano tutti salendo le scale per andare all'uscita o a un altro binario. Studenti, studentesse, salary-man o Office-Lady, erano tutti vestiti di nero, a testa bassa, che si muovevano con disperata rassegnazione ad un orario del mattino che dovrebbe vedere queste categorie di persone ancora nei loro letti caldi, a mio avviso.
Per la prima volta mi è sembrato di essere dentro Metropolis di Friz Lang, quando gli operai vengono mandati giù a lavorare come se fossero bestie...
lo stato d'animo e il modo di camminare erano davvero gli stessi, lo posso assicurare.
Comunque, Mito di per sé non ha molto. Il giardino, ecco.
Ma il giardino è fantastico!
Sono arrivata lì alle 8.30 del mattino, con molta calma dopo una colazione al mac, visto che era l'unica cosa aperta prima delle 9 e che avevo una forte necessità di caffè...

Eravamo io e il giardino. Basta.
Anzi, il giardino è arrivato cogliendomi alla sprovvista oserei dire.
Io me ne trotterellavo bel bella nelle stradine soleggiare indicatemi dall'autista dell'autobus che avevo preso alla stazione, quando giro un angolo e mi trovo immersa in un film di Tim Burton: alberi spogli, nebbia, silenzio, nessuna figura umana nel raggio di parecchio spazio.





MERAVIGLIOSO
Sono sicura che a un'altra ora non sarebbe mai stato così.
Quindi, tutta affascinata, ho passeggiato con calma fra i prugni che stavano per fiorire e già mostravano i primi fiori.




Ad un certo punto, mentre mi beavo di tutto ciò, la pace, la solitudine e ciò che avevo intorno, è spuntato un anziano signore su un motorino lentissimo che ha attraversato il viottolo perpendicolare al mio e è andato oltre.
sono rimasta troppo di stucco!
Comunque cammina cammina mi sono vista tutta la parte più immediata del parco che ho scoperto essere in cima a una collina da cui si poteva vedere da lontano il resto (troppo grande per visitarlo, il treno era alle 11).

Quindi, giretto e mi sono diretta verso la villa giapponese che si trova nel parco.
Avevano appena aperto e i bigliettai mi hanno guardato abbastanza stupiti... sono arrivata proprio per prima!
Preso il mio biglietto e le cartoline gentilmente offerte, sono entrata.
Degli operai stavano aggiustando il vialetto raspando nel modo più rumoroso possibile. Questo dolce suono mi ha ovviamente accompagnata per tutta la mia visita della villa, finendo appena io ne sono uscita...
Comunque, anche la villa, meravigliosa.







Calcolando sempre che ero da sola, avevo un sacco di tempo, tutte le spiegazioni erano anche in inglese, e me ne potevo girare per tutte le stanze, fermarmi a godere il paesaggio dal secondo piano ecc ecc.

Dopo la villa ho continuato a passeggiare nel parco andando al boschetto di bambù e poi tornandomene per la mia strada (sempre occhio all'orologio).



Quindi mi sono fermata nei posti che avevo visto dall'autobus e che avevo deciso di visitare tornando a piedi fino in stazione.
Un tempio di per sé insignificante ma con un'interessante entrata molto in stile indiano, un murales.





Ma, camminando verso il murales, ho visto QUESTO:



io non credevo che esistessero DAVVERO palazzi così!
Cioè, con questa forma sì, ci sono grattacieli che la ricordano molto, la questo era apparentemente di metallo!
È spuntato dal nulla, da dietro un palazzo, mentre io camminavo beatamente guardandomi attorno.
Ho sofferto terribilmente a non poterlo andare a vedere da vicino!
Ma ciò mi riporterà di sicuro a Mito, anche perché voglio vedere il giardino in fiore....
(ovviamente poi treno, scuola, lavoro.... -__-)
sabato 10 gennaio 2009
vivere in giappone, vol. 2 - lavorare
Piccola conversazione sul posto di lavoro (part time).
In essa è racchiuso tutto il famoso modo di pensare nipponico sull'atteggiamento verso l'azienda ecc ecc.
Interpreti:
- io (dopo 12.5 ore di lavoro)
- il vice vice del ristorante, (avrà meno della mia età, ma cmq è il vice vice capoccia)
vice vice: "stanca?"
io: "sì!! sono davvero a pezzi oggi!"
vice vice: "grazie mille! (del fatto che sei stanca)"
No cioè, GRAZIE??? Grazie che ti sei spaccata la schiema per il ristorante??? Ma daaaaaaaaaaii!!!!
o_O
Ecco in che paese mi trovo, "grazie mille"......
In essa è racchiuso tutto il famoso modo di pensare nipponico sull'atteggiamento verso l'azienda ecc ecc.
Interpreti:
- io (dopo 12.5 ore di lavoro)
- il vice vice del ristorante, (avrà meno della mia età, ma cmq è il vice vice capoccia)
vice vice: "stanca?"
io: "sì!! sono davvero a pezzi oggi!"
vice vice: "grazie mille! (del fatto che sei stanca)"
No cioè, GRAZIE??? Grazie che ti sei spaccata la schiema per il ristorante??? Ma daaaaaaaaaaii!!!!
o_O
Ecco in che paese mi trovo, "grazie mille"......
venerdì 22 agosto 2008
ancora inevitabilmente cibo
L'altro dì ho visto vicino alla fermata della metro di scuola questo posto:

È di fatto un ristorante di ramen. Quindi l'avevo registrato nella mia mente nella cartina "per mangiare del ramen", ma in cartello OPEN con la bandiera italiana mi ha spiazzata.
Allora mi sono fermata a vedere il menù. Qualcosa che giustificasse la bandierina, insomma, e ho trovato il "チーズラーメン" (cheese ramen).
Stupore totale!
Per spirito trash ho deciso di mangiare assolutamente il suddetto ramen il prima possibile.
Risultato:

Un ramen che sembra pasta. Un incrocio follemente geniale e davvero buono! Ma davvero!! Un piatto decisamente inaspettato, direi...
Dopo questa delizia ho sentito bisogno di un caffè e ci siamo addentrate in un "caffè veloce" se non sbaglio.
Fantastico.
Era la pausa pranzo dei salary man che erano tutti lì a sbevacchiare caffè lunghissimi che io non assaggerei nemmeno sotto tortura...

La stanchezza di questi uomini sembra incontenibile.... e il caffè di questo posto non molto efficace...
Per il resto, ora ho la "Alien card" e quindi sono un'aliena registrata al comune, quindi posso fare un sacco di cose come aprire conti in banca e comprare cellulari.
Sì, la carta per gli straneri è la "Alien card".
Non siamo stranieri, siamo maledettissimi alieni che come al solito cominciano la conquista della terra dal Giappone, per questo ci schedano. Così appena finiscono il robot per sconfiggerci sanno già dove cercarci, è OVVIO!
Comunque, la mia carta di credito ha deciso che non è così necessaria alla mia vita (forse la reputa troppo dispendiosa?) e ha smesso di funzionare. Da 5 giorni sono quindi al verde.
Per fortuna che c'è mia madre e che la sua SEMBRA funzionare... Sono qui con 2000 yen da 3 giorni.
Ho aperto un conto alla Mitsubishi perché ha un bel colore e ora aspetto con impazienza danaro dall'italia... (anche perché lo stipendio arriva a inizio settembre)
Ovviamente se qualcuno vuole farmi un bonifico io non mi offendo, eh!
maledizione, voglio soldiiiii!!!!
Ah, fanservice per Ken:

Il succo di frutta di Rilakkuma! E nella macchinetta della scuola...

È di fatto un ristorante di ramen. Quindi l'avevo registrato nella mia mente nella cartina "per mangiare del ramen", ma in cartello OPEN con la bandiera italiana mi ha spiazzata.
Allora mi sono fermata a vedere il menù. Qualcosa che giustificasse la bandierina, insomma, e ho trovato il "チーズラーメン" (cheese ramen).
Stupore totale!
Per spirito trash ho deciso di mangiare assolutamente il suddetto ramen il prima possibile.
Risultato:

Un ramen che sembra pasta. Un incrocio follemente geniale e davvero buono! Ma davvero!! Un piatto decisamente inaspettato, direi...
Dopo questa delizia ho sentito bisogno di un caffè e ci siamo addentrate in un "caffè veloce" se non sbaglio.
Fantastico.
Era la pausa pranzo dei salary man che erano tutti lì a sbevacchiare caffè lunghissimi che io non assaggerei nemmeno sotto tortura...


La stanchezza di questi uomini sembra incontenibile.... e il caffè di questo posto non molto efficace...
Per il resto, ora ho la "Alien card" e quindi sono un'aliena registrata al comune, quindi posso fare un sacco di cose come aprire conti in banca e comprare cellulari.
Sì, la carta per gli straneri è la "Alien card".
Non siamo stranieri, siamo maledettissimi alieni che come al solito cominciano la conquista della terra dal Giappone, per questo ci schedano. Così appena finiscono il robot per sconfiggerci sanno già dove cercarci, è OVVIO!
Comunque, la mia carta di credito ha deciso che non è così necessaria alla mia vita (forse la reputa troppo dispendiosa?) e ha smesso di funzionare. Da 5 giorni sono quindi al verde.
Per fortuna che c'è mia madre e che la sua SEMBRA funzionare... Sono qui con 2000 yen da 3 giorni.
Ho aperto un conto alla Mitsubishi perché ha un bel colore e ora aspetto con impazienza danaro dall'italia... (anche perché lo stipendio arriva a inizio settembre)
Ovviamente se qualcuno vuole farmi un bonifico io non mi offendo, eh!
maledizione, voglio soldiiiii!!!!
Ah, fanservice per Ken:

Il succo di frutta di Rilakkuma! E nella macchinetta della scuola...
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