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giovedì 12 agosto 2010

E il Giappone chiese perdono a mezza Corea.

Oggi è un grandissimo giorno.
Il primo ministro giapponese,  Naoto Kan ha chiesto scusa alla Corea del Sud per le azioni compiute dal suo Paese sin dal giorno dell'annessione.
Per un paese che ha sempre negato tutto direi che è uno dei passi avanti più grandi che ci potessero essere!
Anche se in passato il Giappone ha pagato un'indennità ai paesi da lui occupati (anche alla Corea, ovviamente), non aveva mai riconosciuto chiaramente di essere stato tanto tanto tanto tanto tanto malvagio e spietato.
Nel caso coreano ricordiamo le "donne di conforto" (donne prese con la forza e usate come schiave sessuali dei soldati giapponesi), la tentata totale cancellazione della lingua e civiltà coreane (fermata fortunatamente dalla sconfitta), l'uccisione della famiglia reale coreana (ecco perché c'è una repubblica!) ecc ecc ecc...
Vessazioni, discriminazioni eccetera che non sono ancora morte del tutto.

E quindi grandissimo applauso a Naoto Kan per le sue parole.





Questo articolo di AsiaNews spiega meglio di me la notizia:
Tokyo chiede scusa per il dominio coloniale della Corea

martedì 27 luglio 2010

L'eleganza del riccio

Mi sono riletta questo libro.
Mi era stato mandato dall'Italia come regalo di natale (che dire, non ti risparmi mai, Stregutta!) e lo avevo letto in un paio di giorni, lavoro permettendo.
Poi l'ho prestato.
Ora mi è ritornato e me lo sono riletto (idem, paio di giorni causa lavoro).
Libro bellissimo, straconsigliato.
Ma mi ha fatto salire una grande amarezza.
Di quelle con un retrogusto di delusione e disincantamento ormai definitivi e irrimediabili.

Perché?

Ma perché le protagoniste sognano un Giappone come lo sognavo io (insieme a buona parte dei miei compagni d'università, ne sono sicura).
Un mondo colmo di quell'estetica e quell'amore per l'arte, la natura e il dettaglio che tanto ci colpisce quando lo studiamo o ci capita di leggere qualcosa per caso.
Un luogo affascinante, in cui tutto è moderno ma è ancora profondamente radicato il passato. Che sta lì, custodito nei cuori dei suoi abitanti.
Ovviamente avevo sempre saputo che il Giappone era (ed ovviamente è) il tempio del consumismo più sfrenato e privo di senso. 
Devo dire che per quanto possa sembrare sciocco, leggere fumetti mi aveva introdotto perfettamente in questa società. Quando sono venuta la prima volta mi sono addirittura stupita di QUANTO fosse tutto come nei fumetti che leggevo o nei cartoni con cui ero cresciuta. Essere perfettamente a casa propria in un paese straniero.

E invece il giapponese medio è di una vuotezza sconfinata. Ci si rimane di stucco a parlare con loro.
Ora, io lo so che non tutti gli italiani sono acculturati, e che molti non sanno nulla e non gli interessa sapere qualcosa. Lo sappiamo bene... Ma mi aspetto, per esempio da una persona che studia legge, che abbia un minimo di cultura.
Lasciamo stare la conoscenza di cose relative all'Occidente ("Mozart? Ma chi, l'amico di Beethoven?" sic.). Nemmeno noi siamo cime con l'Oriente e tutte le sue cose. Ma almeno conoscere un minimo la propria cultura!
Lasciamo stare che qua i mondiali sono stati un'occasione per scoprire la geografia e l'esistenza di alcuni stati ("Ma lo sapete cos'ho scoperto? Che Uruguay e Paraguay sono in Sud America!!!!" - "eeeeeeeeh!! Davveroo???!" - "Sì, sì! E sono anche vicini!" sic.)

Purtroppo ormai la cultura giapponese secondo me è un privilegio di pochi. Ricchi. Che sono fuori dal sistema e lo controllano, dando ai loro figli un'educazione che li spinge ad amare la scoperta di tutto.
Loro e ovviamente le caste legate alla tradizione.


E comunque secondo me i film di Ozu sono noiosi. (che li debba rivedere?)

martedì 27 aprile 2010

Volantinaggio


A gennaio e febbraio sono stata ricollocata nel settore "volantinaggio" del posto per cui lavoro.



Lavoro in una scuola che prepara all'esame d'ingresso a medicina, quindi bisogna procacciare gente che viene bocciata.



Indipercui noi siamo state spedite a tutti i maledetti esami d'ammissione delle maggiori università di medicina.



Un mese e mezzo, quasi senza ferie. Lavoro dalle 6 alle 16.



Il male totale se come me si vive a 30 minuti a piedi dalla stazione e la bicicletta su cui si faceva affidamento è stata impietosamente rubata...



Motivo che mi ha spinto a piazzarmi in camera di Dominic fino alla sua partenza. Per circa 2 mesi, dunque. La cosa mi ha permesso di svegliarmi alle 5.30 e non alle 4.30... Il che mi pare un grandissimo guadagno di tempo e vita.



La caccia agli studenti è stata comunque una cosa a tratti esilarante.



Si arrivava sul luogo dell'esame ben prima di loro, e quindi gli sventurati si trovavano davanti a una strada o un'uscita della metro che altro non erano diventate che uno stretto passaggio fra due ali di volantineggiatori impietosi, che cercavano in tutti i modi di rifilare la loro roba.



Anche i gadget erano una battaglia senza quartiere!



Fazzoletti, mascherine, penne, matite, gomme, merendine, kit kat, altri dolcetti, gomme per cancellare.... ecc ecc ecc



I poveretti che prendevano i primi volantini erano condannati: TUTTI i presenti gli mollavano i propri, e si poteva vedere questa gente letteralmente sommersa.



Anche noi a volte, prima di andare via ci facevamo un giretto nella fila per ricevere dolcetti e altra roba...



Si tornava proprio con sacchi pieni!



Ma la fase più divertente era l'uscita dall'esame. Perché l'agguato non finiva la mattina.



In pratica in non so che modo 'ste scuole di preparazione (compresi noi) ricevevano le domande e i loro insegnanti rispondevano. Poi tutto alle stampe, e eccoci qui all'uscita a distribuire le risposte!



A me sinceramente è sembrato parecchio illegale, all'inizio.... ma poi ho visto che lo facevano tutti tutti. Forse qua non lo è. Dopotutto in questo paese gli esami vanno scritti PER FORZA a matita! (che in italia se avessi scritto tutto a matita mi avrebbero calcolato il compito come in bianco, giustamente...)



Comunque, scena tipica all'uscita (sottofondo musicale: "Mezzogiorno di fuoco"):



il portone d'uscita dell'università su un normale marciapiede, tre file di persone con i volantini pronte a urlare "Risposte! Risposte!". Una da ogni lato del portone e un'altra sull'altro lato del marciapiede. 



Attesa snervante degli studenti per iniziare l'attacco. - silenzio - E poi... 



....Nessuno scampo!



Se stai uscendo da quella porta non te ne andrai senza almeno uno stramaledetto volantino!



E se la posizione dell'uscita in questione non permette un simile schieramento, la caccia all'uomo è definitivamente aperta.



Sembravamo tutti dei bracconieri.



Ho visto gente placcata contro un muro una per una perché prendessero il "volantino" con dentro le risposte. Altra gente fuggire terrorizzata dai lati (tutto inutile!).



Ovviamente le guardie ci hanno ben redarguito più di una volta, e la polizia ci ha fermato tutti ogni volta.



30 minuti di pura follia.



 



Dopo un po' che sapevo come smollare volantini alla gente, la cosa era davvero esilarante! Confesso di essermi messa da una parte a ridere più di una volta...


lunedì 19 aprile 2010

Vivere in Giappone, vol. 5 Prendere casa


E rieccomi!



Dopo taaanto taaanto tempo!



Nel frattempo ho vissuto da amici, non ho avuto internet, ho cercato casa, ho ospitato gente, ho fatto svari tipi di lavori sempre per la gente che mi dà il visto.
E come da post sottostante, ho fatto due anni in Nippolandia.



Morale della favola, ora lavoro in un ufficio, con ben poco da fare! (e infatti che sto facendo mentre sono in ufficio? scrivo il blog! uahahahha!!)



La ricerca di un casa in nippolandia è una delle cose più difficili in assoluto. Non ce n'è di uguali.



Le difficoltà sono di base due, no, facciamo tre.



Uno: "brutto straniero puzzolente, non ti vogliamo".



Un sacco di padroni alla fatidica domanda "va bene uno straniero?" (che veniva posta subito dopo un "è ancora libera la casa?"), hanno risposto con un eeeeehh.... eccooo... che qui equivale a un NO, TE LO SCORDI.



e già il numero degli appartamenti a disposizione di riduce sensibilmente di buoni 2/3.



Due: le case a Tokyo sono più piccole di cucce per cani nani.



Sconfortante... sarò abituata bene con la mia casa a Roma, con la cucina, grande, 4 stanze, ecc ecc.



Ma io non so come si possa vivere in meno di 10 metri quadrati TOTALI! Preferisco sborsare un po' di più ma vivere come un essere umano!



Tre: IL GARANTE



Il garante è un incubo per tutti, non solo per noi poveri gaijin sporchi, cafoni e antipatici.



Anche per i giappi è una roba difficilissima!



Il garante in sostanza è una persona che quando firmi il contratto firma assieme a te e si impegna a pagare al posto tuo se tu non paghi o scappi o spacchi tutto e poi scappi.



È fondamentalmente un'idea malata, secondo me. 



'sto poveraccio/a viene controllato completamente. Quanto prende, che lavoro fa, se ha debiti, se paga un affitto, quanti anni ha, bla bla bla...



 



La mia epopea è iniziata a fine marzo, quando dopo un bel po' ho trovato la casa che volevo (e che mi faceva entrare...).



L'ho scelta, ho firmato il contratto, e il tizio dell'agenzia mi ha firmato da garante con un nome falso.



Io me ne sono andata tutta tranquilla, a casetta, quando mi hanno chiamato dicendo: "eh no, non si può fare... devi trovarti un garante vero, o un'azienda che ti fa da garante." (esistono aziende che per la modica cifra di un mese d'affitto di fanno da garante. Ma ciò è fuori della mia portata...)



Da qui il delirio.



Su consiglio paterno ho contattato un suo amico giapponese chiedendogli di farmi da garante. Lui gentilmente ha detto subito di sì ma il padrone di casa l'ha respinto perché ora non è in Nippolandia. Lui ha chiesto a sua sorella che sta qui, non andava bene, troppo vecchia...



Pura follia.



Alla fine sempre il primo ha chiesto a un amico di fargli più o meno da prestanome, e così dovrebbe essere tutto sistemato.



Ma ormai non canto più vittoria così facilmente!



 



Ne ho parlato con nippi, e loro stessi lo trovano una cosa malata nel profondo. Mi hanno spiegato che è cominciato tutto dopo la guerra. Prima non c'erano cose come il reikin (prima due, ora solo un mese di affitto che si regala al padrone. Una sorta di ringraziamento per il fatto che ti sta affittando la casa....). E anche il garante non serviva!



 



Comunque, questa è la casa che bramo. 



È ad Asakusa, 10 minuti a piedi dalla stazione. Accanto al Sumida anche questa (2 minuti a piedi). Una stanza sola ma bella grande.


lunedì 7 dicembre 2009

io ha fame

Ma io penso che uno psicologo - o uno psichiatra, a scelta - che viene in giappone, rimarrebbe molto turbato dal modo di parlare delle ragazze giapponesi (poi più sono stupide più lo fanno...).

Notavo oggi in particolare questo modo che hanno le ragazze giapponesi per riferirsi a loro stesse quando parlano con qualcuno: usano più o meno la terza persona.

In che senso?

In pratica queste non dicono "voglio un gelato", come ogni essere normale dotato di parola e intelletto.. loro dicono (nome fittizio, facendo conto il nome della ragazza/bambina in questione sia questo): "Shuko vuole un gelato."

Verrebbe da chiedere: "e chi è questa Shuko, scusa?"

Che in effetti se uno non sa il nome dell'altra persona penso possa accadere, no?





Io mi domando e dico: sdoppiamento della personalità? Finzione portata al massimo livello tanto da creare uno sfasamento abissale fra identità e maschera portata col prossimo?

Mi devo informare se esistono testi sull'argomento...

lunedì 31 agosto 2009

svolta?

Non scrivo mai.... shame on me!

lo so, lo so...

ma ci sono grandi novita`(FORSE)!

O meglio: il visto!

Le possibilita` di ottenere un visto di lavoro sono passate dallo 0% a un buon 90 e rotti %.

che svolta....

non cantero` vittoria fino a cose fatte, certo, ma intanto io comincio a gongolare....

per il resto nulla di che.

ci sono state le elezioni ieri e lo shuminto ha perso CLAMOROSAMENTE con 140 seggi contro i 322 del minshuto (mamma mia, 'sti partiti si chiamano praticamente uguali, ma avranno differenze sostanziali? non so perche`, ma io ne continuo a dubitare....).

le elezioni di perloro sono state parecchio in sordina. a tutt'oggi io non ho capito questi dove vanno a votare....

mah...

misteri del lontano oriente...

poi il mese prossimo mi faccio un bel viaggetto di almeno due settimane in Corea.... dio mio, non vedo l'ora!

voglio andare all'estero! Ne sento proprio il bisogno fisico!

lunedì 15 giugno 2009

Otoro & Gundam

Sì, lo so non passo qui da parecchio tempo...

Ma quando non lavoro me ne vado in giro fino al mattino e non mi ci metto proprio a scrivere, crollo sul letto e fine.

Ora per esempio sono appena tornata da un concerto punk a shinjuku...

Bello bello!

Poi ultimamente qua si conosce molta gente nuova e ciò è molto molto bene.

Ora, io lo so che i miei conoscenti più stretti con cui la settimana scorsa ho parlato mi stanno odiando perché non ho compiuto il mio dovere pubblicando certe foto che oggi in questa sede finalmente mostrerò al mondo.

Ma dopo.

Prima ce ne sono altre altrettanto importanti se non di più. Quindi temporeggio a mio piacimento parlando di ciò che più mi aggrada.

Dunque, l'altro dì, dopo una nottata passando sbevacchiando con gente varia, ce ne siamo andati a Tsukiji, chi per vedere il mercato del pesce e la famosissima asta del tonno, chi per mangiare sushi molto molto molto buono (per la cronaca, io).

Quindi, arrivati sul posto, la mia proposta di non andare a vedere l'asta del tonno è stata fermamente bocciata poiché nemmeno il giapponese che era con noi l'aveva mai vista....

Quindi asta del tonno. Che poi è sempre bella da vedere. Guardando tutti quei grossi tonni ho pensato: "grazie, grazie a voi io posso mangiare otoro favoloso.... Vi assicuro che il vostro sacrificio non è stato inutile."

Ovviamente turisti a non finire dietro una transenna che facevano foto, rigorosamente SENZA FLASH!!



Comunque, vista l'asta finalmente sushi.

e c'era il tonno a metà prezzo! Ciò implicava l'Otoro a 200 yen invece dei soliti 500!! Io ne ho mangiati 7.

Purtroppo in italia l'Otoro non lo avete... Mamma mia che brutta cosa. è una fortuna che nessuno sappia che esiste, o se ne soffrirebbe parecchio..

L'otoro è l'apoteosi del gusto.

       

Le foto no possono rendere nemmeno l'idea...... ma, era la prima volta che vedevo COSì TANTO OTORO TUTTO INSIEME!!



Poi dopo essere tornata a casa di Valeria e aver dormito un po' sul suo divano, pagato l'affitto sono finalmente andata a vedere il Gundam in costruzione.

Figata.... Non è ancora finito (lo finiscono il 30 luglio a quanto ho capito, o cmq più o meno in quel periodo), ma si vede che è fatto davvero bene!

Metallo, molto molto rifinito....

          

I giapponesi non hanno proprio nulla da fare...

Ma ciò è una vera manna per noi piccoli e teneri otaku. E poi, io non conosco Gundam, non l'ho mai visto. Ma cavolo, sarà un ROBOT DI 18 METRI!

Non si può non vedere!

lunedì 20 aprile 2009

vivere in giappone, vol. 4 - Riflessioni

Ieri me ne sono andata una una delle solite feste piene di francesi degli ultimi tempi.

Lì c'erano anche due giapponesi di quelle atipiche, vale a dire gente che ha vissuto all'estero e parla una lingua straniera.

È sempre un piacere conoscere queste persone, pensano in modo normale, non paranoico...

Non poteva ovviamente non venire fuori il discorso sui giapponesi e le loro relazioni interpersonali inesistenti.

Perché, effettivamente, è difficile diventare amico di un giapponese.

Sarà che noi abbiamo un modo di vivere la cosa tutto diverso, ma è davvero difficilissimo. Soprattutto se si parla di un'amicizia come la intendiamo noi. Non parlo delle amicizie quelle da anima gemella, ma di quelle normali, gente che frequenti perché + SIMPATICA, ti ci trovi bene, ti ci diverti e gli vuoi pure bene.

Forse noi siamo troppo sbrigativi?

Ma almeno per me, non importa da quanto tempo conosco una persona, quanto come mi ci trovo. Ci possiamo conoscere da 5 minuti e comportare già come vecchi amici.

E non credo sia lo stare lontano da tutti gli amici che si aveva prima, che porta a questo. Se con qualcuno mi ci trovo bene, ci entro in confidenza e basta. Non è normale?

Per loro no, evidentemente.

È amaro e deludente.

Eppure, si diceva ieri con le due giapponesi, sono sicura che loro ci invidiano a morte questo entrare facilmente in contatto con gli altri.

Loro vorrebbero, ma sono troppo inibiti e non ci riescono. È troppo per loro.

Che vite tristi che devono fare.....



E dopotutto, cerca cerca, un equivalente del concetto di "simpatia" - "simpatico", io in giapponese non l'ho ancora trovato.

Come si può entrare in confidenza con gente che non ha un modo per dire: "tu mi sei simpatico"??

martedì 17 marzo 2009

scoperte...
















e a quanto mi dicono dalla regia, è stata una mia prof di Roma a tradurla...

STILE!!

Me ne vanterò con TUTTI i giappi: "a giapponè, la tua infanzia la devi alla MIA prof!"

lunedì 16 febbraio 2009

Orgoglio

Beh, ho raggiunto il livello massiomo di autostima.



Una giapponese a me ignota, al telefono mi ha chiesto se ero giapponese.





Direi che non si può volere di più. No?

sabato 7 febbraio 2009

vivere in giappone, vol. 3 - differenze

conversazione fra me, Valeria e Marco lungo una strada con lavori in corso a Ueno:

Valeria: "hey! Ma hanno anche i macchinari per spaccare l'asfalto!!! Da noi mica ci sono!"

Marco: "No, da noi c'è la forza lavoro che si fa il culo col martello pneumatico..."

Io: "ma qui la forza lavoro non la usano per queso. Gli danno una spada laser, un elmetto, un giacchetto fluorescente e li piazzano lungo al cantiere perché dicano alla gente (nb. inchinandosi ogni volta): 'Prego, passi pure!'..."

sabato 10 gennaio 2009

vivere in giappone, vol. 2 - lavorare

Piccola conversazione sul posto di lavoro (part time).

In essa è racchiuso tutto il famoso modo di pensare nipponico sull'atteggiamento verso l'azienda ecc ecc.

Interpreti:

 - io (dopo 12.5 ore di lavoro)

 - il vice vice del ristorante, (avrà meno della mia età, ma cmq è il vice vice capoccia)



vice vice: "stanca?"

io: "sì!! sono davvero a pezzi oggi!"

vice vice: "grazie mille! (del fatto che sei stanca)"



No cioè, GRAZIE??? Grazie che ti sei spaccata la schiema per il ristorante??? Ma daaaaaaaaaaii!!!!

o_O



Ecco in che paese mi trovo, "grazie mille"......

lunedì 5 gennaio 2009

Osaka e Nara - Osaka

Di nuovo a Osaka e a Nara, come la prima volta che sono arrivata qui.

Ma stavolta, con una macchina fotografica digitale, una migliore conoscenza del giapponese, e 8 mesi di vita tokyota alle spalle. Come dire: ora posso fare i distinguo necessari.

Innanzitutto il viaggio: io e Valeria. Valeria è partita il giorno prima di me, che haimè dovevo lavorare.

Quindi la mattina dopo (dopo essere arrivata a casa verso l'1 di notte, ovvio) alle 5:40 sono balzata sul primo dei 7 treni che mi dovevano portare a Osaka e verso le 15:50 sono arrivata in città (sì, circa 9 ore di viaggio).

Primo impatto con Osaka?

OKONOMIYAKI!

Siamo andate nel primo buco di okonomiyaki che abbiamo trovato, e era BUONISSIMO. Il confronto con quelli mangiati a Tokyo è assolutamente fuori discussione. Tokyo perde alla grande. Non è il loro campo, è inutile che si mettano a inventare robe strane come il monjia, dicendo che è tokyo original...

          

Dopo essermi riempita per bene la pancia con questa delizia, sono andata alla ricerca di Chihiro, abitante di Osaka conosciuta a Roma l'anno scorso.



Abbiamo deciso di andare all'Osaka Floating Garden, un grattacielo con vista sulla città (e - 700 yen... -__-' ).

Quindi abbiamo preso il nostro bravo ascensore (nella foto: il disegnino dentro l'ascensore che indicava a che punto del tragitto si era)



Questo posto, è fantastico, si vede tutta la città!

   (qui la vista da terra)

   il pavimento aveva queste pietruzze che con la luce ultravioletta brillavano... effetto  magnifico al buio, in messo a una città illuminata..

Signori e signori, Osaka!

        

Dopo un gioco stupido con delle luci per terra   , abbiamo preso la metro e siamo andate nel quartirere dei divertimenti. La shinjuku locale, insomma, o - definizione di valeria e me - la "shinjuku de noartri".

Osaka dà veramente un'impressione completamente diversa da Tokyo. è normale, umana.

C'è (pochissima, ovviamente) la spazzatura per terra, è tutto molto più raffazzonato e meno nuovo, la gente PARLA anche a voce alta, chiacchiera, non è triste, solitaria, scontrosa e allocca come i tokyoti...

Insomma, un altro mondoIl quartiere dei divertimenti, alias luci, luci, luci, luci, luci, luci e gente vestita in modo improponibile.

Carrellata.

           

Siamo quindi andate a mangiare in un posto collegato non so come con Ebisu, che riproduceva la vecchia Osaka (anteguerra, insomma).

   

Cariino!

           

Ma soprattutto: TAKOYAKI FAI DA TE!!!

  (come si preparano i suddetti takoyaki)

Ed erano talmente deliziosi.....

Anche stavolta Tokyo non regge il confronto....

       

Per inciso, preparare i takoyaki è difficilissimo!

Girarli con quella specie di punteruolo è un'impresa a dir poco titanica! Devi essere veloce, riuscire a girarlo, non bucare la parte già cotta e non far cadere via nulla... fortuna che c'erano quelli del negozio che passavano e supervisionavano...

Dopo mangiato, ascensore (questa è la porta dell'ascensore, eh), passeggiata,    e siamo andate all'internet cafè trovato il giorno prima da valeria.

Un sogno.... poltrone massaggiatrici gratuite, gelato gratis, le solite bevande gratis (ma moooooootle più del solito) e LA COLAZIONE gratis!

Porco cane, io ci vivrei... Ovviamente con doccia.

La mattina dopo, passeggiata fino alla stazione alla volta di Nara!