lunedì 14 marzo 2011
News 2
Non son informatissima perché è stato un lungo viaggio.
Ma posso dire con sicurezza che NON è ESPLOSA NESSUNA CENTRALE Né NESSUN REATTORE.
Non riescono a raffreddare i reattori, è questo il problema, e per questo fanno rilasci controllati ti aria.
L'esplosione dell'altro dì era la parte FUORI dal reattore.
E con ciò dormo.
sabato 5 giugno 2010
Esperimento italiota
C'è solo una maledetta roba elettrica. E non una di quelle fiche e da riccastri che sta in un piano di vetro ecc ecc - di quelle da film americano per capirci, dove i frigoriferi sono grandi come sgabuzzini - ma un semplice coso in metallo che diventa incandescente. UNO.
Questo povero aggeggio proprio non ce la fa a far bollire dell'acqua in un tempo decente, è troppo al di sopra delle sue possibilità.
Quindi ieri mi sono detta: "ma se io usassi la macchina per il riso per farmi la pasta? chissà se funziona!"
Detto fatto, oggi avevo il giorno libero e ho fatto l'esperimento per prepararmi il pranzo.
1 - La mia suihanki - la macchina del riso

2 - Acqua e sale e programma per la cottura veloce.

3 - Pasta messa nella suihanki e in cottura


4 - ecco il risultato (pasta col tonno)

È venuta perfetta! Cotta al punto giusto. Difettava di sale, ma lo sappiamo tutti che il sale giapponese per qualche misterioso motivo non sala...
Ovviamente il tutto l'ho fatto a macchina del riso chiusa. L'ho aperta solo per scattare le foto..
Morale: sono un genio del male. Ora non mi devo comprare un secondo fornello, e posso mangiare in tempi più ristretti!
martedì 4 maggio 2010
CASA!!!
Ho firmato il contratto, ho le chiavi e tutto.
WOOOOOOOOOO HOOOOOOOOOO!!!!!!
E il trasloco è cominciato. Via bici, piedi, domani autobus e bici.... Tutto il possibile pur di non dover pagare un'azienda di trasporti!
Risparmio, risparmio risparmio!
Oh yea.
E finalmente posso passare le foto sul pc, quindi ricomincerò a postarle.
martedì 27 aprile 2010
Volantinaggio
A gennaio e febbraio sono stata ricollocata nel settore "volantinaggio" del posto per cui lavoro.
Lavoro in una scuola che prepara all'esame d'ingresso a medicina, quindi bisogna procacciare gente che viene bocciata.
Indipercui noi siamo state spedite a tutti i maledetti esami d'ammissione delle maggiori università di medicina.
Un mese e mezzo, quasi senza ferie. Lavoro dalle 6 alle 16.
Il male totale se come me si vive a 30 minuti a piedi dalla stazione e la bicicletta su cui si faceva affidamento è stata impietosamente rubata...
Motivo che mi ha spinto a piazzarmi in camera di Dominic fino alla sua partenza. Per circa 2 mesi, dunque. La cosa mi ha permesso di svegliarmi alle 5.30 e non alle 4.30... Il che mi pare un grandissimo guadagno di tempo e vita.
La caccia agli studenti è stata comunque una cosa a tratti esilarante.
Si arrivava sul luogo dell'esame ben prima di loro, e quindi gli sventurati si trovavano davanti a una strada o un'uscita della metro che altro non erano diventate che uno stretto passaggio fra due ali di volantineggiatori impietosi, che cercavano in tutti i modi di rifilare la loro roba.
Anche i gadget erano una battaglia senza quartiere!
Fazzoletti, mascherine, penne, matite, gomme, merendine, kit kat, altri dolcetti, gomme per cancellare.... ecc ecc ecc
I poveretti che prendevano i primi volantini erano condannati: TUTTI i presenti gli mollavano i propri, e si poteva vedere questa gente letteralmente sommersa.
Anche noi a volte, prima di andare via ci facevamo un giretto nella fila per ricevere dolcetti e altra roba...
Si tornava proprio con sacchi pieni!
Ma la fase più divertente era l'uscita dall'esame. Perché l'agguato non finiva la mattina.
In pratica in non so che modo 'ste scuole di preparazione (compresi noi) ricevevano le domande e i loro insegnanti rispondevano. Poi tutto alle stampe, e eccoci qui all'uscita a distribuire le risposte!
A me sinceramente è sembrato parecchio illegale, all'inizio.... ma poi ho visto che lo facevano tutti tutti. Forse qua non lo è. Dopotutto in questo paese gli esami vanno scritti PER FORZA a matita! (che in italia se avessi scritto tutto a matita mi avrebbero calcolato il compito come in bianco, giustamente...)
Comunque, scena tipica all'uscita (sottofondo musicale: "Mezzogiorno di fuoco"):
il portone d'uscita dell'università su un normale marciapiede, tre file di persone con i volantini pronte a urlare "Risposte! Risposte!". Una da ogni lato del portone e un'altra sull'altro lato del marciapiede.
Attesa snervante degli studenti per iniziare l'attacco. - silenzio - E poi...
....Nessuno scampo!
Se stai uscendo da quella porta non te ne andrai senza almeno uno stramaledetto volantino!
E se la posizione dell'uscita in questione non permette un simile schieramento, la caccia all'uomo è definitivamente aperta.
Sembravamo tutti dei bracconieri.
Ho visto gente placcata contro un muro una per una perché prendessero il "volantino" con dentro le risposte. Altra gente fuggire terrorizzata dai lati (tutto inutile!).
Ovviamente le guardie ci hanno ben redarguito più di una volta, e la polizia ci ha fermato tutti ogni volta.
30 minuti di pura follia.
Dopo un po' che sapevo come smollare volantini alla gente, la cosa era davvero esilarante! Confesso di essermi messa da una parte a ridere più di una volta...
lunedì 19 aprile 2010
Vivere in Giappone, vol. 5 Prendere casa
E rieccomi!
Dopo taaanto taaanto tempo!
Nel frattempo ho vissuto da amici, non ho avuto internet, ho cercato casa, ho ospitato gente, ho fatto svari tipi di lavori sempre per la gente che mi dà il visto.
E come da post sottostante, ho fatto due anni in Nippolandia.
Morale della favola, ora lavoro in un ufficio, con ben poco da fare! (e infatti che sto facendo mentre sono in ufficio? scrivo il blog! uahahahha!!)
La ricerca di un casa in nippolandia è una delle cose più difficili in assoluto. Non ce n'è di uguali.
Le difficoltà sono di base due, no, facciamo tre.
Uno: "brutto straniero puzzolente, non ti vogliamo".
Un sacco di padroni alla fatidica domanda "va bene uno straniero?" (che veniva posta subito dopo un "è ancora libera la casa?"), hanno risposto con un eeeeehh.... eccooo... che qui equivale a un NO, TE LO SCORDI.
e già il numero degli appartamenti a disposizione di riduce sensibilmente di buoni 2/3.
Due: le case a Tokyo sono più piccole di cucce per cani nani.
Sconfortante... sarò abituata bene con la mia casa a Roma, con la cucina, grande, 4 stanze, ecc ecc.
Ma io non so come si possa vivere in meno di 10 metri quadrati TOTALI! Preferisco sborsare un po' di più ma vivere come un essere umano!
Tre: IL GARANTE
Il garante è un incubo per tutti, non solo per noi poveri gaijin sporchi, cafoni e antipatici.
Anche per i giappi è una roba difficilissima!
Il garante in sostanza è una persona che quando firmi il contratto firma assieme a te e si impegna a pagare al posto tuo se tu non paghi o scappi o spacchi tutto e poi scappi.
È fondamentalmente un'idea malata, secondo me.
'sto poveraccio/a viene controllato completamente. Quanto prende, che lavoro fa, se ha debiti, se paga un affitto, quanti anni ha, bla bla bla...
La mia epopea è iniziata a fine marzo, quando dopo un bel po' ho trovato la casa che volevo (e che mi faceva entrare...).
L'ho scelta, ho firmato il contratto, e il tizio dell'agenzia mi ha firmato da garante con un nome falso.
Io me ne sono andata tutta tranquilla, a casetta, quando mi hanno chiamato dicendo: "eh no, non si può fare... devi trovarti un garante vero, o un'azienda che ti fa da garante." (esistono aziende che per la modica cifra di un mese d'affitto di fanno da garante. Ma ciò è fuori della mia portata...)
Da qui il delirio.
Su consiglio paterno ho contattato un suo amico giapponese chiedendogli di farmi da garante. Lui gentilmente ha detto subito di sì ma il padrone di casa l'ha respinto perché ora non è in Nippolandia. Lui ha chiesto a sua sorella che sta qui, non andava bene, troppo vecchia...
Pura follia.
Alla fine sempre il primo ha chiesto a un amico di fargli più o meno da prestanome, e così dovrebbe essere tutto sistemato.
Ma ormai non canto più vittoria così facilmente!
Ne ho parlato con nippi, e loro stessi lo trovano una cosa malata nel profondo. Mi hanno spiegato che è cominciato tutto dopo la guerra. Prima non c'erano cose come il reikin (prima due, ora solo un mese di affitto che si regala al padrone. Una sorta di ringraziamento per il fatto che ti sta affittando la casa....). E anche il garante non serviva!
Comunque, questa è la casa che bramo.
È ad Asakusa, 10 minuti a piedi dalla stazione. Accanto al Sumida anche questa (2 minuti a piedi). Una stanza sola ma bella grande.
mercoledì 20 gennaio 2010
Aggiornamenti
In realtà lo è ancora, ma le cose vanno pian piano decidendosi, ormai sono solo tempi più o meno burocratici che mi trattengono dal decidere che fare di me.
La novità novità è che ho fatto la richiesta per il visto di lavoro. Dovrei avere il verdetto a febbraio.
In realtà mi sento un po' di aver fatto una cazzata, perché ho accettato pur di ricevere questo visto di fare un lavoro di merda, per gente che non sopporto... (che dovesse mai stare leggendo saluto caldamente. Ciao!)
Sto decidendo sempre più caldamente di mandare tutti a fanculo al primo sgarro che mi fanno...
Per ora lavoro lavoro lavoro proprio per potermi permettere di fare una cosa simile. Se non hai i soldi un lavoro e un paese li puoi cannare col cavolo...
La mia piccola bici - Helga - è stata verosimilmente rubata...
La cosa mi convince a cambiare casa verso la fine di febbraio, per forza...
bah... è un periodo un po' così, nemmeno il tempo per uscire a divertirsi, in linea di massima. Poi essendo un po' tutti con problemi di soldi, tempo e visto, nessuno può fare molto.
bisogna stringere i denti questi pochi mesi!!!
Ma iodi certo già ne sono esausta...
lunedì 20 aprile 2009
vivere in giappone, vol. 4 - Riflessioni
Lì c'erano anche due giapponesi di quelle atipiche, vale a dire gente che ha vissuto all'estero e parla una lingua straniera.
È sempre un piacere conoscere queste persone, pensano in modo normale, non paranoico...
Non poteva ovviamente non venire fuori il discorso sui giapponesi e le loro relazioni interpersonali inesistenti.
Perché, effettivamente, è difficile diventare amico di un giapponese.
Sarà che noi abbiamo un modo di vivere la cosa tutto diverso, ma è davvero difficilissimo. Soprattutto se si parla di un'amicizia come la intendiamo noi. Non parlo delle amicizie quelle da anima gemella, ma di quelle normali, gente che frequenti perché + SIMPATICA, ti ci trovi bene, ti ci diverti e gli vuoi pure bene.
Forse noi siamo troppo sbrigativi?
Ma almeno per me, non importa da quanto tempo conosco una persona, quanto come mi ci trovo. Ci possiamo conoscere da 5 minuti e comportare già come vecchi amici.
E non credo sia lo stare lontano da tutti gli amici che si aveva prima, che porta a questo. Se con qualcuno mi ci trovo bene, ci entro in confidenza e basta. Non è normale?
Per loro no, evidentemente.
È amaro e deludente.
Eppure, si diceva ieri con le due giapponesi, sono sicura che loro ci invidiano a morte questo entrare facilmente in contatto con gli altri.
Loro vorrebbero, ma sono troppo inibiti e non ci riescono. È troppo per loro.
Che vite tristi che devono fare.....
E dopotutto, cerca cerca, un equivalente del concetto di "simpatia" - "simpatico", io in giapponese non l'ho ancora trovato.
Come si può entrare in confidenza con gente che non ha un modo per dire: "tu mi sei simpatico"??
domenica 19 aprile 2009
un anno!
Sono giunta il 18 aprile del 2008 in un giorno di pioggia che mi aveva fatto odiare l'intera umanità, e anche oggi il tempo non è che sia 'sta perla... Però non piove!
Il bilancio mi pare ottimo, al momento, quindi per ora me ne resto qua a fare quello che sto facendo a oltranza...
oh yea!!!
Buon anniversario a me!
martedì 17 marzo 2009
scoperte...
e a quanto mi dicono dalla regia, è stata una mia prof di Roma a tradurla...
STILE!!
Me ne vanterò con TUTTI i giappi: "a giapponè, la tua infanzia la devi alla MIA prof!"
lunedì 16 febbraio 2009
Orgoglio
Una giapponese a me ignota, al telefono mi ha chiesto se ero giapponese.
Direi che non si può volere di più. No?
sabato 7 febbraio 2009
vivere in giappone, vol. 3 - differenze
Valeria: "hey! Ma hanno anche i macchinari per spaccare l'asfalto!!! Da noi mica ci sono!"
Marco: "No, da noi c'è la forza lavoro che si fa il culo col martello pneumatico..."
Io: "ma qui la forza lavoro non la usano per queso. Gli danno una spada laser, un elmetto, un giacchetto fluorescente e li piazzano lungo al cantiere perché dicano alla gente (nb. inchinandosi ogni volta): 'Prego, passi pure!'..."
sabato 10 gennaio 2009
vivere in giappone, vol. 2 - lavorare
In essa è racchiuso tutto il famoso modo di pensare nipponico sull'atteggiamento verso l'azienda ecc ecc.
Interpreti:
- io (dopo 12.5 ore di lavoro)
- il vice vice del ristorante, (avrà meno della mia età, ma cmq è il vice vice capoccia)
vice vice: "stanca?"
io: "sì!! sono davvero a pezzi oggi!"
vice vice: "grazie mille! (del fatto che sei stanca)"
No cioè, GRAZIE??? Grazie che ti sei spaccata la schiema per il ristorante??? Ma daaaaaaaaaaii!!!!
o_O
Ecco in che paese mi trovo, "grazie mille"......
martedì 11 novembre 2008
vivere in giappone, vol. 1 - chiedere scusa
L'importante non è chiedere scusa, è stare fermo immobile, contrito e sguardo a terra mentre la persona danneggiata si lamenta perché gli hai creato un problema. Tu devi solo tenere la schiena dritta, lo sguardo a terra e le mani giunte, e dire un "mi dispiace moltissimo!!" nei momenti di silenzio.
Fine.
Poi quando la persona ha smesso di lamentarsi in modo anche abbastanza spiacevole, te ne puoi andare tranquillo, e finisce tutto.
Basta che poi alla fine torni e ringrazi perché è stato messo tutto a posto.
Oggi ho fatto un errore al ristorante, e questa è stata la scena che mi è toccata.
Ma il bello è che nessuno mi ha detto, vieni a scusarti. Mi hanno detto: vieni con me un attimo. E poi il mio capo s'è sorbito tutto il lamento scocciatissimo del cuoco che ora doveva rifare la pasta quando la cucina era chiusa e blablabla...
e io che ho capito cosa succedeva dopo cinque minuti buoni, visto che il linguaggio del cuoco era abbastanza di basso livello e di una velocità inenarrabile...
E poi mi è toccato anche andare a dire un grazie random, perché avevano preparato quella maledetta pasta...
mah... comunque, se si sbaglia qualcosa in nippolandi: sguardo contrito, occhi bassi, schiena dritta e tanti "sumimasendeshita".
Così si risolve tutto. Hai fatto la tua parte e la controparte anche. Ognuno ha recitato per bene e ora potete tornare a quello che facevate.
Mi raccomando, mani giunte in grembo! Danno un'aria moooooolto più contrita...